per moltissimi anni le ruote impiegate in campo motociclistico sono stati a raggi a partire dagli anni settanta sulle moto stradali sono più diffuse le ruote a razze costituite da un'unica fusione in lega di alluminio
RUOTE A RAGGI
Una tipica ruota a raggi è costituita da un mozzo (al quale è fissato il disco o nel quale è ricavato il tamburo a seconda del tipo di freno impiegato) collegato a un cerchio in acciaio cromato o in lega di alluminio da una serie di raggi in acciaio
Nella parte centrale del mozzo ove viene inserito l'asse della ruota sono posti due cuscinetti a rotolamento (in genere sono a sfere ma non mancano esempi di impiego di cuscinetti a rulli conici) tra i quali viene collocato di norma un distanziale tubolare. Le ruote a raggi caratterizzate da una buona elasticità e da una apprezzabile possibilità di riparazione in caso di danneggiamenti causati da urti contro gli ostacoli sono attualmente impiegate su tutte le moto da enduro da cross e da trial
RUOTE IN LEGA
Nelle ruote in lega il mozzo è ricavato in un'unica fusione comprendente anche le razze e il cerchio
Le razze che possono essere anche soltanto tre talvolta vengono realizzate in modo da essere cave internamente Per le moto da competizione vengono realizzate ruote in lega di magnesio e anche di fibra di carbonio
locandine
martedì 17 novembre 2015
lunedì 9 novembre 2015
forcelle
la sospensione anteriore delle forcelle maggiormente diffuse in campo motociclistico la cui efficienza è ormai più che dimostrata è quella della forcella telescopica con ammortizzatori idraulici e molle incorporate
Il principio che regola il funzionamento di una forcella idraulica è lo stesso in linea di massima degli ammortizzatori posteriori. La forcella lavora in condizioni favorevoli rispetto a questi ultimi per la possibilità di contenere una cospicua quantità di olio nonché di presenza di molle cilindriche di rilevante lunghezza
Una forcella telescopica è costituita da due steli fissati alle piastre di sterzo
La soluzione tradizionale prevede per ciascuno stelo una canna di acciaio fissa e un fodero mobile posto inferiormente a essa (l'asse della ruota è vincolato alla parte basale del fodero che può scorrere in su e in giù lungo la canna che viene inserita internamente ad esso con un ridotto gioco diametrale)
All'interno della canna è posta la molla (talvolta se ne impiegano due sovrapposte) che assicura la funzione elastica
La funzione ammortizzante è ottenuta esattamente come negli ammortizzatori della sospensione posteriore mediante olio e passaggi calibrati
Tra le più recenti tendenze tecniche nel settore sono le sospensioni anteriori vanno segnalate le forcella pneumoidrauliche nelle quali aria sotto lieve pressione (in genere con la sospensione a riposo e la ruota sollevata da terra non supera il valore di 1,0 bar) assiste la molla nell'espletare la sua funzione
Una tendenza decisamente significativa è quella che ha portato le canne delle forcelle ad assumere via via diametri sempre maggiori al fine di aumentare la rigidità (minori deformazioni a flessione)
FORCELLA A STELI ROVESCIATI
Come lascia intendere questa definizione si tratta di una forcella nella quale i foderi sono disposti in alto e vengono fissati mediante l'usuale sistema a morsetto alle piastre di sterzo mentre le canne sono scorrevoli e vengono collegate al perno della ruota mediante appositi terminali in alluminio nei quali sono ricavati anche gli attacchi per le pinze del freno
I principali punti di forza di questa soluzione sono costituiti da una ottima guida per gli elementi mobili della sospensione e da ampie sezioni nei punti di fissaggio alle piastre di forcella (zone sempre critiche)
Si ottengono in altre parole un'elevata rigidità e una grande robustezza
In alcune forcelle delle ultime generazioni sono state adottate soluzioni davvero inconsuete a livello di struttura interna arrivando anche a concentrare al funzione ammortizzante in uno stelo e quella molleggiante all'altro
Il principio che regola il funzionamento di una forcella idraulica è lo stesso in linea di massima degli ammortizzatori posteriori. La forcella lavora in condizioni favorevoli rispetto a questi ultimi per la possibilità di contenere una cospicua quantità di olio nonché di presenza di molle cilindriche di rilevante lunghezza
Una forcella telescopica è costituita da due steli fissati alle piastre di sterzo
La soluzione tradizionale prevede per ciascuno stelo una canna di acciaio fissa e un fodero mobile posto inferiormente a essa (l'asse della ruota è vincolato alla parte basale del fodero che può scorrere in su e in giù lungo la canna che viene inserita internamente ad esso con un ridotto gioco diametrale)
All'interno della canna è posta la molla (talvolta se ne impiegano due sovrapposte) che assicura la funzione elastica
La funzione ammortizzante è ottenuta esattamente come negli ammortizzatori della sospensione posteriore mediante olio e passaggi calibrati
Tra le più recenti tendenze tecniche nel settore sono le sospensioni anteriori vanno segnalate le forcella pneumoidrauliche nelle quali aria sotto lieve pressione (in genere con la sospensione a riposo e la ruota sollevata da terra non supera il valore di 1,0 bar) assiste la molla nell'espletare la sua funzione
Una tendenza decisamente significativa è quella che ha portato le canne delle forcelle ad assumere via via diametri sempre maggiori al fine di aumentare la rigidità (minori deformazioni a flessione)
FORCELLA A STELI ROVESCIATI
Come lascia intendere questa definizione si tratta di una forcella nella quale i foderi sono disposti in alto e vengono fissati mediante l'usuale sistema a morsetto alle piastre di sterzo mentre le canne sono scorrevoli e vengono collegate al perno della ruota mediante appositi terminali in alluminio nei quali sono ricavati anche gli attacchi per le pinze del freno
I principali punti di forza di questa soluzione sono costituiti da una ottima guida per gli elementi mobili della sospensione e da ampie sezioni nei punti di fissaggio alle piastre di forcella (zone sempre critiche)
Si ottengono in altre parole un'elevata rigidità e una grande robustezza
In alcune forcelle delle ultime generazioni sono state adottate soluzioni davvero inconsuete a livello di struttura interna arrivando anche a concentrare al funzione ammortizzante in uno stelo e quella molleggiante all'altro
giovedì 5 novembre 2015
telai
Il telaio costituisce la struttura portante della moto alla quale sono fissati il motore e le sospensioni nonché la sella il serbatoio e tutti i vari accessori che compongono il veicolo
TELAIO A DOPPIA CULLA
sono costituiti da due tubi che partendo dal canotto di sterzo scendono verso il basso a sostenere inferiormente il motore per poi ripiegarsi ancora una volta verso l'alto e congiungersi alla struttura superiore generalmente nella zona sottostante la parte anteriore della sella
La struttura superiore che parte anch' essa dal canotto di sterzo può essere fermate da due tubi affiancati oppure da un solo tubo di diametro rilevante
TELAI A CULLA SEMPLICE
Hanno generalmente una struttura superiore composta da un solo tubo di ragguardevole diametro anche il motore è sostenuto da un unico tubo che costituisce la parte inferiore del telaio
Sia i telai a doppia culla che quelli a culla semplice hanno il loro punto di forza nella struttura tubolare superiore calcolata in modo da sopportare elevate sollecitazioni torsionali e flessionali in ambedue i casi la struttura inferiore può essere chiusa ossia coi tubi che partono dal canotto di sterzo senza alcuna interruzione avvolgono inferiormente il motore e si portano poi al punto di congiunzione con la struttura superiore oppure aperta nel caso in cui la culla non avvolga inferiormente il motore ma ne sfrutti la rigidità strutturale per ottenere un tramite fra la sua parte anteriore e la parte posteriore
Inoltre la culla può essere di tipo rialzato con i tubi inferiori del telaio che invece di passare sotto al motore passano sopra il basamento e in questo caso il propulsore non è più appoggiato al telaio ma risulta sospeso a esso
TELAI A TRALICCIO
sono generalmente composti da una complessa intelaiatura di tubi di piccolo o medio diametro con elementi portanti ed elementi di rinforzo saldati fra di loro
La struttura di un telaio a traliccio non è vincolata a un preciso schema prestabilito quasi sempre comunque si tratta di un rigido intreccio di tubi che partendo dal canotto di sterzo sostiene dall'alto il motore e nella parte posteriore si allunga a sostenere la sella scendendo verso il basso sino all'altezza del punto di attacco del forcellone oscillante della sospensione
TELAIO DELTABOX
Tra le più importanti novità tecniche apparse e affermatasi spiccano i telai per moto stradali di elevata prestazione con struttura a doppia culla perimetrale ( i due rami superiori abbracciano la testata del motore in vece di passare sopra ess) e quelli a doppia trave superiore ( la struttura può esser completata da una piccola culla inferiore).
Di questi ultimi il più famoso è forse il Deltabox della Yamaha.
I due elementi portanti superiori scendono in diagonale collegando le due zone più sollecitate della intera struttura del vicolo ovverosia quella del canotto di sterzo e quella del fulcro del forcellone.
Telai realizzati con questo schema (il motore in genere viene incastonato nella parte inferiore della struttura utilizzando due bretelle di fissaggio nella zona anteriore) sono impiegati quasi universalmente sulle moto del Gran Premio
I due travi superiori in genere hanno una sezione rettangolare oppure sono scatolati in modo da unire a una notevole leggerezza una grande rigidità
TELAI MONOSCOCCA
Pur inserendosi nel capitolo dei telai in lamiera stampata i monoscocca rappresentano qualcosa di diverso
Il telaio monoscocca è sostanzialmente una carrozzeria portante e costituisce al contrario di quanto accade per i telai tubolari o in lamiera o misti di schema classico non una struttura portante su cui poggiano elementi staccati indispensabili quali il serbatoio e la sella bensì un unico complesso che assolve egregiamente più funzioni riducendo di molto il numero di parti costitutive una motocicletta e rivoluzionando l'aspetto esterno e quindi l'estetica del veicolo
TELAIO A DOPPIA CULLA
sono costituiti da due tubi che partendo dal canotto di sterzo scendono verso il basso a sostenere inferiormente il motore per poi ripiegarsi ancora una volta verso l'alto e congiungersi alla struttura superiore generalmente nella zona sottostante la parte anteriore della sella
La struttura superiore che parte anch' essa dal canotto di sterzo può essere fermate da due tubi affiancati oppure da un solo tubo di diametro rilevante
TELAI A CULLA SEMPLICE
Hanno generalmente una struttura superiore composta da un solo tubo di ragguardevole diametro anche il motore è sostenuto da un unico tubo che costituisce la parte inferiore del telaio
Sia i telai a doppia culla che quelli a culla semplice hanno il loro punto di forza nella struttura tubolare superiore calcolata in modo da sopportare elevate sollecitazioni torsionali e flessionali in ambedue i casi la struttura inferiore può essere chiusa ossia coi tubi che partono dal canotto di sterzo senza alcuna interruzione avvolgono inferiormente il motore e si portano poi al punto di congiunzione con la struttura superiore oppure aperta nel caso in cui la culla non avvolga inferiormente il motore ma ne sfrutti la rigidità strutturale per ottenere un tramite fra la sua parte anteriore e la parte posteriore
Inoltre la culla può essere di tipo rialzato con i tubi inferiori del telaio che invece di passare sotto al motore passano sopra il basamento e in questo caso il propulsore non è più appoggiato al telaio ma risulta sospeso a esso
TELAI A TRALICCIO
sono generalmente composti da una complessa intelaiatura di tubi di piccolo o medio diametro con elementi portanti ed elementi di rinforzo saldati fra di loro
La struttura di un telaio a traliccio non è vincolata a un preciso schema prestabilito quasi sempre comunque si tratta di un rigido intreccio di tubi che partendo dal canotto di sterzo sostiene dall'alto il motore e nella parte posteriore si allunga a sostenere la sella scendendo verso il basso sino all'altezza del punto di attacco del forcellone oscillante della sospensione
TELAIO DELTABOX
Tra le più importanti novità tecniche apparse e affermatasi spiccano i telai per moto stradali di elevata prestazione con struttura a doppia culla perimetrale ( i due rami superiori abbracciano la testata del motore in vece di passare sopra ess) e quelli a doppia trave superiore ( la struttura può esser completata da una piccola culla inferiore).
Di questi ultimi il più famoso è forse il Deltabox della Yamaha.
I due elementi portanti superiori scendono in diagonale collegando le due zone più sollecitate della intera struttura del vicolo ovverosia quella del canotto di sterzo e quella del fulcro del forcellone.
Telai realizzati con questo schema (il motore in genere viene incastonato nella parte inferiore della struttura utilizzando due bretelle di fissaggio nella zona anteriore) sono impiegati quasi universalmente sulle moto del Gran Premio
I due travi superiori in genere hanno una sezione rettangolare oppure sono scatolati in modo da unire a una notevole leggerezza una grande rigidità
TELAI MONOSCOCCA
Pur inserendosi nel capitolo dei telai in lamiera stampata i monoscocca rappresentano qualcosa di diverso
Il telaio monoscocca è sostanzialmente una carrozzeria portante e costituisce al contrario di quanto accade per i telai tubolari o in lamiera o misti di schema classico non una struttura portante su cui poggiano elementi staccati indispensabili quali il serbatoio e la sella bensì un unico complesso che assolve egregiamente più funzioni riducendo di molto il numero di parti costitutive una motocicletta e rivoluzionando l'aspetto esterno e quindi l'estetica del veicolo
martedì 3 novembre 2015
selettore del cambio
SELETTORE A FORCELLE
E' il sistema di comando del cambio più diffuso il tamburo selettore (detto anche in gergo desmodronico del cambio) viene fatto ruotare a scatti in modo che vada a fermarsi in posizioni prefissate da un meccanismo che viene azionato dalla leva di comando del cambio.
Sulla parete esterna del tamburo lungo la circonferenza sono praticate delle cave sagomate entro ciascuna della quali viene inserito il grano di guida di una forcella. In tal modo ruotando il tamburo le forcelle sono installate direttamente sul tamburo selettore che in tal caso ha la superficie esterna rettificata .
Più raramente al posto del tamburo si usa una piastra selettrice che è dotata di cave nelle quali sono inseriti i grani di guida delle forcelle
L'estremità di ciascuna forcella solitamente foggiata ad arco di cerchio o comunque dotata di due bracci è posta entro una cava circolare praticata su un ingranaggio scorrevole assialmente ma vincolato a ruotare assieme al proprio albero da un accoppiamento scanalato
Tale ingranaggio è munito lateralmente di denti di innesto frontali che in seguito a un lieve spostamento assiale a esso impartito dalla forcella vanno a far presa in vani o in fori praticati sul fianco di un adiacente libero di ruotare sull'albero (in quanto installato su una boccola o su rullini e lo rendono così solidale all'albero stesso
In questo modo si possono a volontà rendere solidali con gli alberi uno alla volta i vari ingranaggi liberi
Talvolta non vi sono affatto ingranaggio scorrevoli ma manicotti che dotati di cava per la forcella di guida e di denti di innesto frontali vengono spostati assialmente sull'albero al quale sono uniti tramite accoppiamento scanalato
Riassumendo la leva del cambio tramite un apposito dispositivo (selettore) causa la rotazione del tamburo quest'ultimo agisce da camma di comando delle forcelle che si spostano così in un senso o nell'altro accostando o allontanando di volta in volta gli ingranaggi
E' il sistema di comando del cambio più diffuso il tamburo selettore (detto anche in gergo desmodronico del cambio) viene fatto ruotare a scatti in modo che vada a fermarsi in posizioni prefissate da un meccanismo che viene azionato dalla leva di comando del cambio.
Sulla parete esterna del tamburo lungo la circonferenza sono praticate delle cave sagomate entro ciascuna della quali viene inserito il grano di guida di una forcella. In tal modo ruotando il tamburo le forcelle sono installate direttamente sul tamburo selettore che in tal caso ha la superficie esterna rettificata .
Più raramente al posto del tamburo si usa una piastra selettrice che è dotata di cave nelle quali sono inseriti i grani di guida delle forcelle
L'estremità di ciascuna forcella solitamente foggiata ad arco di cerchio o comunque dotata di due bracci è posta entro una cava circolare praticata su un ingranaggio scorrevole assialmente ma vincolato a ruotare assieme al proprio albero da un accoppiamento scanalato
Tale ingranaggio è munito lateralmente di denti di innesto frontali che in seguito a un lieve spostamento assiale a esso impartito dalla forcella vanno a far presa in vani o in fori praticati sul fianco di un adiacente libero di ruotare sull'albero (in quanto installato su una boccola o su rullini e lo rendono così solidale all'albero stesso
In questo modo si possono a volontà rendere solidali con gli alberi uno alla volta i vari ingranaggi liberi
Talvolta non vi sono affatto ingranaggio scorrevoli ma manicotti che dotati di cava per la forcella di guida e di denti di innesto frontali vengono spostati assialmente sull'albero al quale sono uniti tramite accoppiamento scanalato
Riassumendo la leva del cambio tramite un apposito dispositivo (selettore) causa la rotazione del tamburo quest'ultimo agisce da camma di comando delle forcelle che si spostano così in un senso o nell'altro accostando o allontanando di volta in volta gli ingranaggi
lunedì 2 novembre 2015
il cambio
anche per il cambio come tutti gli altri principali organi del motore molte sono state le scelte tecniche .
Due sole però sono riuscite ad imporsi
CAMBIO A PRESA DIRETTA
E' facilmente riconoscibile per il fatto che il pignone della trasmissione finale si trova sullo stesso asse dell'albero primario
Infatti il pignone è solidale all'ingranaggio di uscite per mezzo di un manicotto coassiale all'albero primario ma assolutamente indipendente nella sua rotazione.
Nel cambio di questo tipo sono sempre due le coppie di ingranaggio al lavoro, fuorché nel momento in cui viene inserita la presa diretta ossia quando l'albero primario viene collegato direttamente al manicotto di uscita del moto e il pignone della trasmissione finale ruota così alla stessa velocità della corona della trasmissione primaria (rapporto 1:1)
Il cambio con presa diretta di scuola continentale hanno il pignone di uscita dalla parte opposta alla frizione (o trasmissione primaria) quelli di scuola inglese invece hanno il pignone di uscita dalla stessa parte della frizione.
CAMBIO A CASCATA
E' quello più diffuso. Meno macchinoso del tipo a presa diretta il cambio a cascata si compone di un albero primario che riceve il moto dalla trasmissione primaria e sul quale sono installati gli ingranaggi conduttori nonché di uno secondario su cui è calettato il pignone della trasmissione finale e sul quale sono installati gli ingranaggi condotti.
Nel cambio a cascata lavora solamente una coppia di ingranaggi per volta.
Due sole però sono riuscite ad imporsi
CAMBIO A PRESA DIRETTA
E' facilmente riconoscibile per il fatto che il pignone della trasmissione finale si trova sullo stesso asse dell'albero primario
Infatti il pignone è solidale all'ingranaggio di uscite per mezzo di un manicotto coassiale all'albero primario ma assolutamente indipendente nella sua rotazione.
Nel cambio di questo tipo sono sempre due le coppie di ingranaggio al lavoro, fuorché nel momento in cui viene inserita la presa diretta ossia quando l'albero primario viene collegato direttamente al manicotto di uscita del moto e il pignone della trasmissione finale ruota così alla stessa velocità della corona della trasmissione primaria (rapporto 1:1)
Il cambio con presa diretta di scuola continentale hanno il pignone di uscita dalla parte opposta alla frizione (o trasmissione primaria) quelli di scuola inglese invece hanno il pignone di uscita dalla stessa parte della frizione.
CAMBIO A CASCATA
E' quello più diffuso. Meno macchinoso del tipo a presa diretta il cambio a cascata si compone di un albero primario che riceve il moto dalla trasmissione primaria e sul quale sono installati gli ingranaggi conduttori nonché di uno secondario su cui è calettato il pignone della trasmissione finale e sul quale sono installati gli ingranaggi condotti.
Nel cambio a cascata lavora solamente una coppia di ingranaggi per volta.
domenica 1 novembre 2015
festa di Halloween degli Hell's Angels
il 31 ottobre 2015 alla festa di Halloween ci siamo preparati ben coperti perché non faceva tanto caldo e siamo andati al Legend a festeggiare anche il compleanno di un nostro "vecchio" amico Michele il Pirata è stata una serata divertente ci siamo ritrovati tutti insieme anche a personaggi inquietanti talmente tanto truccati che ci chiedevamo chi potessero essere
Gli Hell's Angels come sempre hanno organizzato tutto alla perfezione ci hanno fatto sentire come a casa
Gli Hell's Angels come sempre hanno organizzato tutto alla perfezione ci hanno fatto sentire come a casa
giovedì 29 ottobre 2015
motoraduni dal 30 al 1 novembre 2015
31 OTTOBRE 2015
HALLOWEEN PARTY
HELLS ANGELS
AL LEGEND CLUB MILANO (MI)
31 OTTOBRE 2015
OFFICIAL SUICIDE PARTY + TATOO ROCK
BALTELLA (BS)
31 OTTOBRE 2015
15° ANNIVERSARY PARTY
SESTU (CA)
31 OTTOBRE 2015
HALLOWEEN CYCLEDELIC NIGHT
MATERA (MT)
31 OTTOBRE 2015
3° HALLOWEEN PARTY
MENDOLA (FC)
31 OTTOBRE 2015
MOTOGIRO &MOTOPARTY
BASTIA UMBRA (PG)
1 NOVEMBRE 2015
ENDURANDO NELLA VALLE DEL TARTUFO
2° MEMORIAL GIANNI MALVARDI
CARBONARA DI PO (MN)
DAL 30 AL 1 NOVEMBRE 2015
LUPUS IN MARSICA
FLANO ROMANO (RM)
30 OTTOBRE 2015
CLUB HOUSE PARTY
FORLINPOPOLI (FC)
31 OTTOBRE 2015
HALLOWEEN PARTY 2015
RUBANO (PD)
31 OTTOBRE 2015
ICE BALL PARTY 2015
FELINO (PR)
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