il più comune motore è bicilindrico parallelo fronte marcia con albero motore disposto trasversalmente all'asse longitudinale del veicolo
si può fare un' ulteriore divisione considerando la disposizione dei due perni di manovella che possono essere a 180° 360°
questa ultima soluzione classica è stata adottata per molto tempo essa offre equidistanza tra ciclica cosa facilmente avvertibile ad esempio quando il motore funziona al regime minimo
le vibrazioni tipiche di questo schema non sono facilmente eliminabili e per questo da una certa cilindrata diversi costruttori hanno adottato alberi equilibratori al prezzo di un maggior peso e di una notevole complessità meccanica
lo schema con manovellismo a 180° è diventato popolare negli anni sessanta (con la Honda 45 CB)
c'è il vantaggio che le vibrazioni sono minori tanto che in genere non sono necessari alberi equilibratori ma scompare la regolarità ciclica con gli scoppi ogni 180° e 540° al punto che al minimo il motore sembra galoppare
per quanto riguarda i cuscinetti di banco i bicilindrici fronte marcia in genere ne hanno tre o addirittura quattro
i motori a due cilindri in linea sono molto diffusi specialmente tra le medie cilindrate (250-500)
in questo schema si possono trovare uno o due alberi a camme in testa comandati da una catena sovente posta tra i due cilindri
questi ultimi vengono di norma fusi come blocco unico
anche per ragioni di raffreddamento i cilindri sono in genere ben distanziati tra loro
un altro schema di motore bicilindrico è quello nel quale i cilindri sono disposti a V
oppure L'angolo tra gli assi dei due cilindri può essere di 90° come nei motori Guzzi e Ducati oppure più stretto
i vantaggi offerti da questo tipo di motore si possono così riassumere vibrazioni in molti casi contenute ottime possibilità di raffreddamento ad aria ridotta sezione frontale
i motori bicilindrici si prestano particolarmente bene all'adozione della distribuzione ad aste e bilancieri con albero a camme piazzato nella parte alta del basamento al centro della V formata dai due cilindri
questi motori sono caratterizzati al minimo e ai bassi regimi da una tipica andatura galoppante che deriva dalla irregolarità ciclica
numerosi bicilindrici a V sono dotati di distribuzione monoalbero ma non mancano certo esempi di impiego di due alberi a camme per ogni testata
quando la V è di 90° le due bielle lavorano affiancate sull'unico perno di manovella del quale è dotato l'albero a gomiti e quest'ultimo risulta così particolarmente corto e rigido
negli ultimi anni si è diffuso sui bicilindrici a V stretto l'impiego di alberi con due perni di manovella sfasati al fine di ridurre le vibrazioni
i bicilindrici a V di 9° gradi godono di una buona equilibratura
si tratta di uno schema molto adatto all'impiego motociclistico
l'ultima disposizione può esser di 180° della bmw fedele a questo schema abbastanza privo di vibrazioni e gode del miglior raffreddamento
però un'unità motrice risulta essere abbastanza larga e richiede corse brevi bielle corte e pistoni con altezza di compressione contenuta
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